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In questo paesaggio,
che poi diventa invernale l'azienda agricola ripara, al suo interno, le numerose
piante, infiorescenze, arbusti.
Nella terra di bosco e di castagno, fra le acidofile presenti in azienda,
cresce la gardenia dai fiori bianchi
e profumati con petali disposti a spirale; si moltiplica per talea. Nei mesi
di marzo, aprile e maggio, in penombra fiorisce
"l'azalea indica". Numerose sono le
specie di camelia presenti, dai fiori
bianchi doppi o rossi o rosa. Originaria dell'Asia, il suo nome deriva da
quello di un padre gesuita del XVII secolo, Camelius.
Al genere "cornus" appartiene l'arbusto a foglie caduche, opposte o alterne,
di colore variabile con frutti bacciformi rossi o gialli, il
corniolo.
Alcuni viali sono delineati da bordure di
evonimo originario della Cina, sempreverde.
L'albero con foglie persistenti, brevemente picciolate e aguzze con frutti
rossi, molto decorativi è
l'agrifoglio. Anche sull'Etna cresce
il "ribes rubrum" con frutti di tipo
bacciforme succoso.
Il pergolato di un'antica cisterna è costituito da un imponente
glicine dai fiori grandi, profumati,
di color bluastro o bianco, riuniti in grappoli. D'origine cinese il genere
"wistaria" fu introdotto in Europa nel 1816.
Nelle aiuole, per creare efficaci macchie di colore, sono coltivate le
"iris rizomatose" con lunghe foglie
radicali viola o bianche. L'azienda agricola situò, negli anni addietro,
un impianto di iris frangiate provenienti dai migliori vivai fiorentini.
In giugno, fiorisce le "peonia arbustiva"
a grandi foglie composte da foglioline glabre di colore più chiaro
nella pagina inferiore.
In gruppo isolato, addossato ad un muro di mattoni pressati, è coltivata
la "forsizia", arbusto molto ramificato,
a foglie caduche, dentate e di un bel colore verde vivo; fiori, presenti
prima delle foglie ascellari, solitari o in piccoli gruppi pendenti, a quattro
petali di color giallo oro. Per formare piccoli tappeti è spontanea
la violetta odorata a fiori doppi,
solitari su lunghi peduncoli a corolla di cinque elementi, di color viola.
Isolato, nel sottobosco, c'è un arbusto con rami glabri e rossastri,
foglie molto rade, strette e lanceolate, fiori rosati riuniti in compatti
corimbi; frutti di colore rosso e forma globosa; è il
"cotoneastro".
A ridosso di un muro in pietra lavica, incuneato fra le maglie di una cancellata
in ferro, insiste il "piracanta"; specie
apprezzata più per i frutti, che hanno un ottimo valore ornamentale,
che per i fiori e il fogliame. Sotto una schiera di enormi abeti rossi crescono
alcuni alberi spontanei nella nostra flora, il
sorbo degli uccellatori dai fiori bianchi,
piuttosto piccoli e dà frutti di color rosso aranciato molto abbondanti
e persistenti. In alcuni vecchi contenitori d'olio, in terracotta, sono coltivate
le russelia originarie del Messico,
piccole piante arbustive a rami sottili con fiori tubolari di color rosso
corallo.
Isolata, nel sottobosco, cresce
l'iperico pianta perenne arbustiva,
originaria dell'Asia minore, dalle foglie ovali, opposte di color verde scuro
e fiori solitari gialli molto grandi caratterizzati da numerosi stami riuniti
in fascetti.
Nei frutteti, piccoli alberi sempreverdi a foglie dentate, spontanei, sono
i corbezzoli dalle bacche scarlatte
e di buon effetto decorativo.
Foglie e frutti contengono sostanze tanniche dalle proprietà astringenti
intestinali. Negli orti, come pianta aromatica, impiegata in mille usi, è
coltivata la salvia officinale.
Nei prati, numerose compaiono alcune specie spontanee della nostra flora;
i "dente di leone" o taraxacum officinale dai fiori gialli periferici, spesso
porporini all'esterno. Le foglie, solamente in rosetta basale, da oblunghe
a lobi dentati sono adoperate per delle favolose insalate poichè sono
moderatamente lassative, colagoghe, diuretiche, toniche.
Originarie del Nord America, introdotte in Europa nel '600, in piccoli gruppi
fioriscono le topinambour, i cui tuberi
sono commestibili.
L'azienda è tutto un rifiorire di
rododendri dai fiori di color
roseo-violetto, grandi, portati da peduncoli ricoperti di densa peluria.
Spontanee, nel mese di febbraio, a margine dei boschi crescono le
bocche di lupo; specie spontanee di
cm 20 d'altezza a foglie radicali lineari, più lunghe del fusto con
un unico fiore bruno-violaceo profumato. Un'intera zona è dedicata
alla coltivazione spontanea del
pungitopo, pianta perenne sempreverde
con foglie pungenti all'apice e bacche rosse di buon effetto decorativo.
Della famiglia delle orchidacee, originaria delle regioni montuose dell'Asia
è la specie cymbidium coltivata
in piena terra proprio alle falde dell'Etna, con infiorescenze a spiga o
a racemo, a fiori grandi colorati, variegati o punteggiati e sostenuti da
peduncoli.
Tipica del paesaggio etneo è la
ginestra situata lungo pendii o scarpate,
a foglie caduche alterne, fiori gialli, grandi, odorosi, riuniti in grappoli
terminali. È una specie di elevato interesse fitogeografico la "genista
aetnensis" essendo un relitto di flora terziaria estinta, giunta sull'Etna,
si pensa dalla Sardegna, nel quaternario.
Altra poligonacea dall'infiorescenza vermiglia è il romice molto diffusa
e pioniera sugli accumuli di lapilli.
Nei terreni particolarmente umidi dell'azienda, in mezza ombra, per ornare
tappeti erbosi crescono i ranuncoli.
Lungo il paesaggio vulcanico, prosperosa cresce la
rosa canina ben distinta dagli antichi
roseti presenti; con tralci sottili e spinosi, foglie minuscole e un fiore
di color rosa o bianco sporco, a cinque petali.
Durano a lungo e sono gradevolmente profumati. Le foglie sono alterne, pennate,
composte da cinque e sette foglioline ovali con il margine dentellato. I
veri frutti sono degli acheni, duri e avvolti in una peluria fine e irritante,
che si trovano nel cinorrodio. Questo, altro non è che il ricettacolo
floreale, via via ingrossatosi, chiuso in alto dove mantiene raramente i
resti del calice e divenuto carnoso a maturazione.
Cento grammi della sua polpa fresca possono contenere anche più di
1500 mg di vitamina C, che resta inalterata nella gustosa marmellata che
se ne può ricavare. Le proprietà astringenti, diuretiche e
antiscorbutiche del frutto e delle foglie della rosa di "macchia" sono state
utilizzate, per decotti ed infusi, un tempo dalla medicina popolare e oggi
dalla moderna erboristeria. E i rossi cinorrodi sono ricercati , oltre che
dall'uomo, da tordi, merli, fagiani e volpi.
Proprio i falsi frutti della rosa di macchia, ovali e allungati, hanno ispirato
la formulazione e realizzazione del famoso alimento completo per cani e gatti:
ROSA CANINA C.L. (COUNTRY
LIFE). (80)
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